Storia della comunità ebraica di Mantova
Nel primo millennio dell’era volgare gli ebrei risiedettero per lo più nell’Italia Meridionale. Tuttavia alcuni documenti risalenti al 1145, agli inizi del periodo dei Comuni, riportano cenni di presenza a Mantova di un piccolo ma colto insediamento ebraico.
Verso la fine del Medio Evo un flusso migratorio ebraico partì da Roma diretto al Nord, un secondo scese dalla Germania e un terzo, minore, raggiunse il Piemonte dalla Provenza e dalla Francia del sud. Quindi le numerose comunità ebraiche che si costituirono nell’Italia settentrionale furono la conseguenza dell’incontro di queste tre correnti, le quali lasciarono la loro traccia soprattutto nei cognomi delle famiglie.
Alla fine del 1300 a Mantova alcune famiglie di ebrei chiesero di poter risiedere nei territori gonzagheschi per svolgervi l’attività di prestatori di denaro a pegno; a costoro si aggiunsero commercianti, artigiani e maestri fino a costituire una comunità ebraica con un peso culturale sensibile.
Per esempio, dal 1474 al 1480 un ebreo di origine francese, Abraham Conat, cominciò a stampare a Mantova opere che oggi sono di grande rarità e che rappresentarono allora gli inizi della stampa ebraica.
Nel corso del 1500 continuò l’aumento numerico della Comunità ebraica, e sebbene non ci fosse ancora l’obbligo ad una residenza coatta, la maggior parte degli ebrei preferì abitare in un unico quartiere che, tra l’altro, venne dotato di una dozzina di luoghi di culto ed oratori.
Tra il 1610 e il 1612, per volere del Duca Vincenzo I° Gonzaga sorse il ghetto ebraico nelle cui case gli ebrei mantovani furono costretti a vivere per oltre due secoli, prima sotto dominio gonzaghesco e poi austriaco, fino alla breve occupazione delle truppe francesi alla fine del 1700.
A metà del 1800, dopo il periodo del Risorgimento italiano al quale gli ebrei parteciparono attivamente, si raggiunse l’emancipazione, cioè l’abrogazione di tutte le leggi che limitavano gli ebrei nelle loro varie attività, con il riconoscimento della loro uguaglianza a tutti gli altri cittadini.
Nel contempo però iniziò il declino della Comunità mantovana che andò di pari passo con la crescita della Comunità milanese e con l’integrazione con la popolazione generale. Gli eventi bellici di due guerre mondiali e la tragica deportazione del 5 aprile 1944 hanno ridotto in modo drammatico il numero degli ebrei della Comunità mantovana che oggi conta solo una sessantina di persone iscritte.
Man mano che tutte le modeste Comunità ebraiche, sorte nel corso dei secoli in numerose località della Provincia mantovana, si sono estinte, la Comunità ebraica di Mantova ne ha ereditato, secondo un’apposita legge, la proprietà delle singole sinagoghe e dei relativi cimiteri. Ciò è avvenuto anche per la località di Ostiano, oggi in provincia di Cremona, ma aggregata al ducato di Mantova dal 1771.
L’antica “Università degli Ebrei” è oggi, a Mantova, una Comunità ebraica ovvero un’Associazione religiosa ebraica e svolge esclusivamente attività di culto e di assistenza sociale per i propri iscritti. Il Presidente, coadiuvato da due consiglieri, è il responsabile della gestione amministrativa della Comunità. Tutte le attività cultuali sono affidate al rabbino di riferimento.
Da questa panoramica storica risulta ben evidente l’importanza della conservazione e della tutela delle antiche sinagoghe e dei vecchi cimiteri ebraici in quanto sono le sole testimonianze architettoniche dell’importante presenza ebraica sul nostro territorio nei secoli passati.